Sssss… Sentite questa voce? È la voce sorda del gelido vento del nord, che imperversa in autunno e porta via vortici di foglie, lasciando dietro di sé solo alberi spogli, che germoglieranno ancora, forse, nel meraviglioso mese di maggio, insieme alle rose, che vivranno, però, un giorno, un’ora, e non più. Nel suo lungo e incessante viaggio, attraversa, impetuoso, la Germania; raccoglie, in Kurdistan, il lamento di una giovane donna che attende inutilmente il ritorno del suo amore partigiano, ricamando per lui un fiore ormai appassito; si impregna, nel nord della Francia, di storie d’amore senza età, prima di vagare per l’America, da Nord a Sud, a spiare gli esseri umani feriti dalla freccia del dio bendato: i loro colpi di fulmine, i loro addii, i tradimenti, gli abbandoni. Sono amori che vanno e vengono, che si consumano flebilmente, o finiscono in un attimo; amori che dureranno per sempre e cederanno solo al passaggio della morte. Quanto poco impariamo dall’amore. Come dimentichiamo in fretta e andiamo, con leggerezza, sognando di ritornare, un giorno, ma, intanto, sciogliendoci bruscamente dalle braccia di qualcuno che implora: “Baciami, baciami come se fosse, questa, l’ultima volta”. L’amore è semplice e, le cose semplici, il tempo le divora. Ci ritroveremo ad ascoltare il vento, nelle notti tempestose di solitudine, imboccando testardi la via del passato, ormai sprangata. Viaggia incessante il vento, attraversa i secoli e le terre; ci porta canti d’ogni tempo e d’ogni luogo. Canti d’amore. Tutto l’amore del mondo.

Canzoni d’amore da tutto il mondo, in dieci lingue diverse – Sardo, Italiano, Inglese, Francese, Tedesco, Brasiliano, Spagnolo (e diverse varianti latino-americane), Greco, Curdo- e di periodi diversi storici diversi.

Parte dalla liederistica tedesca di Schumann, attraversa la musica popolare curda e greca, indaga il più squisito Chansonnisme francese anni ’20, la canzone popolare sud e centro-americana, lambendo idee jazz e cantautorato italiani, e ’50 americani, per concludersi con la più celebre delle canzoni d’amore sarde.

Il tutto gestito con diversi tipi di vocalità, dalla recitazione alle più profonde sonorità di soprano, passando per vocalità più tipiche della canzone italiana d’autore, con gli arrangiamenti integralmente rivisitati dal duo intrisi di reminiscenze del grande pianismo classico.

Durata: 1 ora e 15 minuti circa

Voce: Gisella Vacca

Pianoforte: Renato Muggiri

 

 

 

 

Dal concerto, alla Biblioteca Universitaria di Cagliari: Besame Mucho

 

 

Les Feuilles Mortes  – da Fonti d’Estate- Santulussurgiu

 

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